Bob James si muove nella New York della metà degli anni 70, la sua musica è influenzata da quello che gira tutto intorno alla città, suoni urbani funk imbastarditi con il jazz dei club che forniscono ancora oggi una colonna sonora immaginaria delle storie che muovono la metropoli, e al tempo stesso sarà una miniera d'oro per chi, negli anni successivi, inizierà a baloccarsi con sampler, beat e quant'altro possa fare da sfondo alle storie di rappers e hip-hoppers.
Una carriera lunga, lunghissima quella di Bob James; una trentina di album come solista distribuiti dal 1974 ai giorni nostri, un gruppo, i "Fourplay", da lui creato nel 1991 e ancora sulla strada, in più ha realizzato dischi di musica classica, suonato jazz tradizionale in trio e non si contano le collaborazioni con altri artisti. Il brano però per cui sarà ricordato ai posteri è "Nautilus" tratto dal suo primo album solista "one" del 1974, campionato da alcuni tra gli artisti hip-hop più conosciuti tra cui Erik B & Rakim's, i Run DMC e anche dai grandi Soul II Soul.
La musica di Bob James, come quella di altri maestri della fusion, ritorna periodicamente in cima alle mie preferenze di ascolto, e adesso è uno di quei momenti.