giovedì 31 ottobre 2013

UN MAESTRO: BOB JAMES


Ecco un'altro eroe del piano Fender Rhodes che si affaccia per la prima volta sulle pagine di questo blog; complice una bella raccolta uscita da poco, il tastierista Bob James è quanto di meglio le vostre orecchie funk abbiano mai potuto ascoltare. Riconosciuto come l'inventore dello smooth-jazz, termine a me inviso, molto meglio fusion, rende l'idea di quello che la musica di James come quella di altri pionieri del genere è; una felice commistione di jazz, funk e soul.

Bob James si muove nella New York della metà degli anni 70, la sua musica è influenzata da quello che gira tutto intorno alla città, suoni urbani funk imbastarditi con il jazz dei club che forniscono ancora oggi una colonna sonora immaginaria delle storie che muovono la metropoli, e al tempo stesso sarà una miniera d'oro per chi, negli anni successivi, inizierà a baloccarsi con sampler, beat e quant'altro possa fare da sfondo alle storie di rappers e hip-hoppers.

Una carriera lunga, lunghissima quella di Bob James; una trentina di album come solista distribuiti dal 1974 ai giorni nostri, un gruppo, i "Fourplay", da lui creato nel 1991 e ancora sulla strada, in più ha realizzato dischi di musica classica, suonato jazz tradizionale in trio e non si contano le collaborazioni con altri artisti. Il brano però per cui sarà ricordato ai posteri è "Nautilus" tratto dal suo primo album solista "one" del 1974, campionato da alcuni tra gli artisti hip-hop più conosciuti tra cui Erik B & Rakim's, i Run DMC e anche dai grandi Soul II Soul.
La musica di Bob James, come quella di altri maestri della fusion, ritorna periodicamente in cima alle mie preferenze di ascolto, e adesso è uno di quei momenti.

lunedì 21 ottobre 2013

LOST AND FOUND: FAUSTO LEALI - LEAPOLI




Oggi parleremo di un artista italiano che ha nella voce la sua principale peculiarità: Fausto Leali. Non mi soffermerò sui suoi dischi di successo, che più o meno conoscete tutti, ma su un album che il nostro incise nel 1977, noto a pochi e mai più ristampato.

Leapoli, questo il titolo del disco, è prima di tutto un lavoro coraggioso. Forse Leali tentò di dare una svolta alla sua carriera, proponendo canzoni ben diverse da quelle incise fino ad allora. Il disco è diviso in due parti: nel primo lato troviamo brani che mescolano prog e suggestioni funk, mentre la seconda parte si apre con una bella ballata pop, per poi proseguire con brani tratti dal repertorio classico della canzone napoletana, anch’essi rielaborati in chiave rock-jazz, se così si può definire.

In questo lavoro, Leali si avvalse di alcuni tra i migliori musicisti dell’epoca: Tullio De Piscopo alle percussioni, il grande Alberto Radius alla chitarra, Stefano Pulga alle tastiere, Stefano Cerri al basso e Mauro Spina alla batteria. Da non dimenticare anche l’arte di Mario Convertino per la realizzazione della copertina.

Il risultato è notevole, soprattutto se consideriamo le “medie” canzoni della musica leggera italiana. I brani del primo lato sono i più caratterizzanti dell’opera: canzoni che, pur mantenendosi orecchiabili, sono impreziosite da assoli in chiave jazz. Talvolta, come in Sono Donna, cantata insieme a Loredana Berté, compare persino un assolo di sax che richiama territori di musica improvvisata, in versione free.

Il bello del disco è proprio questo miscuglio di generi diversi, privo di una direzione univoca. A volte penso che, se Leali avesse osato di più, ci saremmo trovati di fronte a un capolavoro. Così com’è, resta comunque un lavoro particolare e piacevole, e dispiace che sia stato l’unico in cui Leali abbia davvero osato uscire dai soliti stilemi.

Questa la lista dei brani:

1.   Augusto
2.   Sempre Piu' Distante
3.   Soli Non Si Puo'
4.   Un Amico Vero
5.   Fiore O Piante
6.   Sono Donna
7.   Di Sera
8.   Vierno
9.   Na Sera 'E Maggio
10. Sciummo
11. Scalinatella






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