IL LUNGO ADDIO: DAVID BOWIE (1947-2016)

Una delle frasi retoriche più insopportabili è quella che recita "lo spettacolo deve continuare " quando in alcuni casi sarebbe cosa buona e giusta fermarsi.

Bene, oggi è una di quelle giornate, come lo fu quella dell'otto Dicembre del 1980; fermarsi come forma di rispetto nel ricordo di David Bowie, e di tutti quei momenti scolpiti nella nostra memoria. Si perché l'artista inglese ha attraversato ogni giorno della nostra esistenza, come un alieno arrivato dalle stelle nel periodo più innovativo e glorioso della storia della musica popolare, e come un demiurgo ha scandito gli stati d'animo di noi nati all'inizio degli anni sessanta e fine cinquanta.

Dall'adolescenza inquieta in cui "Rebel Rebel " era il tuo inno stradaiolo, alle bellissime  suggestioni soul e funk di "Fame" e "Young Americans " a quel qualcosa che avevi dentro e non sapevi tirarlo fuori, salvo trovare le risposte in "Heroes" e in "Ashes to Ashes", fino al canto del cigno di "Let's Dance", inno agli edonistici anni 80 ed ultimo lavoro dove ti potevi immedesimare nell'artista. Una peculiarità questa che non ho ritrovato nei seguenti lavori, un barcamenarsi tra mestiere, voglia di sperimentare cose nuove, ma senza quel qualcosa in più (l'anima forse?) che trovavo sempre e comunque negli album precedenti.

Questo piccolo ricordo di David Bowie voglio che finisca con quella che considero una delle più belle canzoni che siano mai state scritte nella storia della musica, quella "Life on Mars" che prima di una canzone è uno stato dell'anima, anche se non conosci una parola d'inglese.

Questo era il mio David Bowie.

Riposa in pace, e grazie di tutto.

Commenti

  1. In un giorno così posso solo abracciarti. Anche per me Life on mars non è solo una canzone

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    1. Che piacere risentirti ! Contraccambio l'abbraccio e mi auguro di ritrovarti ancora qui. Ciao, caro Euterpe !

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    2. In realtà ci sentiamo molto spesso su FB, sono Giovanni Fumagalli.
      un abbraccio a te Leo !

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  2. Io avevo smesso si seguire le sue vicende artistiche dall'ottimo Scary Monsters, ma tutto quello che ha fatto sino a quel disco compreso non smetterò di ascoltarlo mai. Sono cresciuto con Ziggy Stardust sul piatto e queste sono cose che lasciano il segno.
    Per un assurdo scherzo del destino l'ultimo disco, Balckstar, mi sembra il suo migliore da qualche decennio a questa parte.
    Un saluto

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    1. Idem. Io da "Never let me down" ho mollato Bowie, questo ultimo ancora lo devo ascoltare. Non sono mai stato un mega fan di Bowie, ma dischi come Hunky Dory, Ziggy Stardust e Young Americans sono tra i miei preferiti di sempre.
      E poi c'è Life on Mars...
      Ciao

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  3. ogni volta che riascolto "Space oddity" mi commuovo. Ora se n'è veramente andato tra le stelle. (mi è dispiaciuto molto anche per Natalie Cole).

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    1. Grande canzone anche Space Oddity. Su Natalie Cole mi è dispiaciuto che sia stata ricordata come "figlia di", non considerando che ha comunque realizzato
      dei buoni dischi solisti.

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