THE GRASS ROOTS E "PIANGI CON ME"


Nel tardo autunno del 1966, quando la band inglese The Rokes lanciò il loro primo singolo di grande successo qui in Italia, "Che Colpa Abbiamo Noi," nessuno avrebbe potuto prevedere che il lato B di quel disco, "Piangi Con Me," avrebbe conquistato le classifiche di vendita negli Stati Uniti grazie ai Grass Roots. In quel fervente periodo per la musica italiana, nella metà degli anni sessanta, era comune che le band dedite al beat prendessero canzoni di artisti di lingua inglese e le reinterpretassero in italiano. Ma in questo caso, avvenne l’opposto. 

Retrocediamo un po'. Nel 1965, anche negli Stati Uniti, si stava svolgendo una rivoluzione musicale con il rock. Gruppi come The Byrds avevano introdotto una felice combinazione tra il folk di Bob Dylan e il rock delle band inglesi. In questo contesto, emerse un talentuoso autore e produttore di nome P.F. Sloan. Insieme al suo collaboratore Steve Barry, cercava una band che potesse eseguire le canzoni che aveva scritto. La prima sperimentazione fu con una band chiamata "The Bedouins," ma quando scoprirono che dovevano limitarsi a cantare solo le canzoni del duo, senza aggiungere il loro repertorio, rifiutarono l'offerta. Tuttavia, Sloan non si arrese e trovò successivamente una band di Los Angeles chiamata "The 13th Floor." Questi non solo accettarono di cantare le canzoni di Sloan, ma accettarono anche di cambiare il loro nome in "The Grass Roots." Dopo aver registrato una cover di Bob Dylan che non ebbe molto successo e un secondo singolo in stile Byrds chiamato "Where Were You When I Needed You," che invece ottenne buone vendite, ecco giungere "Piangi con me."

Ma torniamo ai Rokes e a ciò che accadde allora. La band inglese che si trovava in Italia era una delle poche a registrare brani originali, e "Piangi con me," scritta da Shapiro e Mogol, era uno di questi. Con l'obiettivo di lanciare la carriera dei Rokes nel loro paese d'origine, ne fu fatta una versione in inglese chiamata "Let's Live for Today." Il testo fu notevolmente modificato rispetto all'originale italiano. Se quest'ultimo trattava in modo adolescenziale vittime e perdenti, la versione inglese, scritta da un team di parolieri della band, diventò un inno all'amore e critica i falsi miti della società occidentale e il materialismo, tanto che ai Grass Roots fu chiesto di incidere una versione censurata. È a questo punto che la storia si complica: il cantante dei Grass Roots ascoltò la canzone durante un soggiorno in Inghilterra, ma non era la versione dei Rokes, che fu incisa e pubblicata nel Regno Unito dopo quella dei Grass Roots. Era invece dei Living Daylights, ma non è chiaro come questi ottennero i diritti del brano, dato che i Rokes non avevano concesso autorizzazioni per altre registrazioni. Un furto? È probabile. Tuttavia, sembra che i Grass Roots abbiano comunque ascoltato in anteprima la versione inglese dei Rokes, poiché l'arrangiamento della canzone presenta più somiglianze con quella versione che con quella dei Living Daylights.

In conclusione, "Let's Live for Today" fu proposta dal cantante dei Grass Roots agli altri membri della band e a P.F. Sloan, che decisero che quella sarebbe stata la canzone a lanciare la loro carriera, e così fu (la canzone raggiunse l'ottavo posto nella classifica di Billboard e il quinto posto in quella di Cashbox). Forse i Rokes rimasero un po' delusi, dato che con la stessa canzone non ottennero il successo sperato in Inghilterra. Tuttavia, possono consolarsi sapendo di essere stati una delle band più amate in Italia negli anni '60 e di essere ancora ricordati oggi. Dopo il successo di "Let's Live for Today," i Grass Roots ebbero altre hit, divennero i preferiti dei DJ delle stazioni AM americane e incisero un altro brano di un autore italiano,  Lucio Battisti. “Balla Linda” divenne “Bella Linda” ed arrivò al nr. 24 delle charts Usa, ma questa è un’ altra storia. 

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