CLASSICI: STRANGE KIND OF LOVE - LOVE AND MONEY (1988)



Infausto sia chi ha coniato il termine easy listening, e sciagurati siano quelli che si attaccano ai pregiudizi che può evocare l'espressione (ci mettiamo anche il pop qui dentro, ma si dai) come scusante per evitare di ascoltare quegli artisti e quei dischi che potrebbero regalar loro anche solo per un breve attimo una piccola emozione. E maledetta sia la preclusione che si ha di fronte a determinati musicisti, in questo caso l'imputato è Jeff Porcaro, che si, bravo tecnicamente, ma freddo, brrrr, vuoi mettere con chi sa a malapena tenere in mano due bacchette. Sembra di sentirli: il non saper suonare a volte può essere un pregio. Si, forse lo sarà per alcuni, non per me, fermamente convinto da sempre che la forma e l'estetica sonora vadano a braccetto con la creatività: volete un altro nome ? Gino Vannelli !

Oppure portiamo ad esempio un disco del 1988, dove Porcaro suona in tutti i brani di una band scozzese e come un metronomo ne scandisce ogni singola canzone rendendola unica. Metti anche un produttore, Gary Katz, che ha curato la regia dell'album in questione; beh magari anche per lui c'è l'accusa di aver prodotto gli album di una band che faceva dello stile e della padronanza tecnica la propria cifra (si, si, sono gli Steely Dan e allora?) ma come Porcaro detta la linea e da corpo ai desiderata del gruppo.
Una band di ragazzi scozzesi dicevamo; pare strano che nella metà degli anni ottanta da quelle parti ci sia stato un innamoramento repentino per la musica della ditta Fagen & Becker, come se dopo la pubblicazione di Gaucho abbiano sentito il dovere di riannodare il filo di quella musica fatta di precisione e passione, e che nella ribongia (per i non toscani: la ribongia è un miscuglio di cibi avanzati riutilizzati per creare un piatto unico) di stili degli anni ottanta sembrava irrimediabilmente andata perduta.

Metti appunto i Love and Money di James Grant, cantore di quella piccola stagione che fu fonte di acqua fresca per tutti i vedovi degli Steely Dan (in questo caso preciso siamo dalle parti di The Royal Scam) e metti pure "Strange Kind Of Love" album che come minimo andrebbe rivalutato per tutte quelle canzoni (ad esempio e per sintetizzare: "Jocelyn Square", la title track, bellissima, e il singolo che ne fu tratto "Hallelujah Man") che il tempo piano piano tenta di cancellare ma che grazie alla cocciutaggine e al martellamento di chi come il sottoscritto di quei suoni si è cibato e se ne ciba ancora, saranno sempre presenti e attuali e verranno a mettervi il dubbio che forse l'easy listening non esista davvero, ma che è soltanto alimento per gli sciocchi o per chi vuole liquidare con noncuranza ciò che non è scritto nei testi di storia ufficiali. 



Commenti

  1. Un disco bellissimo,e un 45 giri che non mi stanco mai di ascoltare, pop di alto livello.
    Non curarti delle definizioni.
    Sempre piaciuti.
    L'ennesimo abbraccio

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    1. Ciao Sir, benvenuto nel club ! :o)
      Un abbraccione anche a te.

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  2. Una delle perle sommerse degli '80s. Lo comprai quando uscì e me ne innamorai all'istante.

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  3. Come LP è una sorta di The Nightfly britannico, mi si passi il termine.
    Non credo di aver bestemmiato.
    L'ho riascoltato già tre volte.....

    Grazie Harmo

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    1. Cavolo, il paragone calza a pennello, nessuna bestemmia. Io da stamattina sono a due.
      Grazie a te.

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