LE ONDE JAZZ FUNK DI ROLAND HAYNES


Questo è uno di quei dischi di cui non sapevi neanche che esistessero, figuriamoci poi il nome dell'artista che campeggia sulla copertina. La cosa che ti  fa prendere la decisione di ascoltarlo è prima di tutto il genere a cui è associato, in secondo luogo la copertina e per ultimo l'anno di uscita. Quindi considerato che si parla di jazz del 1975 è probabile che ci troveremo di fronte a sonorità intrecciate in modo massiccio al funk, probabilità e speranza corroborata dal  soggetto ritratto sull'involucro del disco. Roland Haynes nel realizzare questo disco non sapeva di aver creato un lavoro che diverrà nel tempo così raro e al tempo stesso tra i più amati dai funkster di ogni età, la sua sola sfortuna fu quella di incidere per una piccola etichetta e di scontrarsi con dei giganti del genere: Chick Corea, Bob James, George Duke tra gli altri, quindi capite bene che le speranze per emergere furono pari a zero o quasi. Si, perché il disco in se è una bellissima session, sembra quasi realizzata tutta di un fiato, i sei brani che lo compongono sono quanto di meglio un appassionato del genere può aspettarsi, lo stesso combo pur nella sua semplicità, basso,batteria e due tastiere, il Fender Rhodes suonato da Roland mentre l'altra tastiera fa le veci della chitarra elettrica, ascoltare per credere, è suonata da Kirk Lightsey, riesce a creare un sound molto particolare intriso sia di soul psichedelico che di jazz spaziale.  Da rimarcare anche il bel lavoro della sezione ritmica, precisa e puntigliosa nel dare i tempi giusti al tutto. Insomma un'altra gemma rara tutta da ascoltare e centellinare.

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