IL MIELE DI FRANCO MICALIZZI & THE BIG BUBBLING BAND


Pulp Music come la nascita di un nuovo genere musicale e come recita il bollino rosso applicato sopra la copertina del disco, oppure un omaggio a Quentin Tarantino che con il suo ultimo film "Django Unchained" ha avuto il merito di far riscoprire le musiche di un maestro della musica italiana come Franco Micalizzi ? Probabilmente non lo sapremo mai, sappiamo invece che il maestro è tornato con un nuovo album, "Miele", insieme alla "The Big Bubbling Band", band superba dove militano anche i suoi due figli d'arte, Alessandro al basso e Cristiano alla batteria, dove ci delizia con dodici nuove composizioni. Quando ci troviamo davanti ad album del genere ci rendiamo conto di quanto merito abbiano avuto le nuove generazioni nel farci riscoprire questi artisti altrimenti destinati all'oblio: oltre al citato Tarantino mi vengono in mente i ragazzi dei "Calibro 35" e tutti quelli che hanno lavorato presso quelle etichette tipo la "Right Tempo" , la "Irma Records" e la "Schema Records", compiendo opera meritoria di archeologia musicale. "Miele" ha le caratteristiche di una colonna sonora immaginaria dove Micalizzi finalmente può dar sfoggio della propria bravura senza le costrizioni di una "vera" o.s.t. ; la band da par suo si muove con eleganza e potenza, ascoltare quel che combinano i fiati, era da tempo che non si ascoltava una sezione così massiccia in un disco italiano, il jazz ma anche la forza del funk sono ben integrate in un disco che da subito è diventato uno dei miei preferiti di questo scorcio di anno. Tra breve arriverà il nuovo anno, ma con questo disco sarete immersi e perduti per sempre negli anni '70, e non è un male, credetemi. 


Commenti

  1. grande musica, grandi musicisti e un sound che non ha nulla da invidiare a quello di oltremanica. Ma vorrei anche fare un plauso alle tue recensioni, sempre sintetiche, precise e con quel taglio confidenziale che le distingue un po' dalla spocchia di un certo modo di scrivere sulla musica

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    1. Ti ringrazio e mi inorgoglisce sentirti dire così. Non mi piace scrivere recensioni "lunghe", mi piace la sintesi, c'è sempre il rischio di annoiare chi ti legge e la spocchia la lascio volentieri ad altri, sicuramente più bravi di me. Poi mi piace che sia il lettore a decidere di approfondire l'argomento, senza farcire lo scritto di rimandi a link che distrarrebbero troppo. Tornando al disco è uno di quei lavori che fanno bene alla mente e al cuore, senti tutta la gioia dei musicisti di donare musica a chi piace ascoltare senza pregiudizi di sorta.

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