ANTEPRIMA: THE PEPPER POTS


La prima cosa che ti viene in mente quando pensi alla Catalogna, probabilmente sono le giocate di Lionel Messi e il tiki taka del Barcellona e se al posto del calcio ci mettiamo la musica è molto facile che vi siate prima o poi imbattuti nelle sonorità degli "The Pepper Pots". La band catalana se ne esce con un nuovo album in uscita il prossimo 9 Dicembre dal titolo "We Must Fight", per la label tedesca "Legere Recordings",  il sesto dopo dieci anni di onorata carriera nel campo della musica soul. La prima cosa che balza all'orecchio è quella di trovarsi davanti ad una macchina del tempo, direzione anni '60, in quel di Detroit; la musica che girava da quelle parti, quel soul leggiadro e zuccherino che passerà alla storia come "Motown Sound" lo ritroviamo qui cotto e servito e le canzoni filano via lisce, anche troppo verrebbe da dire. Probabilmente il vostro recensore dopo anni passati ad ascoltare dischi più o meno buoni si aspetterebbe uno scatto in più da queste band che non sia soltanto una mera riproposizione di suoni già sentiti innumerevoli volte con l'aggravante che gli originali suonano certamente più credibili ma anche più "grezzi", nonostante l'alto grado di glucosio dello stile Motown; intendiamoci l'album è gradevole e si ascolta tutto di un fiato, ma onestamente mi sarei aspettato qualcosa in più. Un esempio calzante di come si possa rinnovare il genere pur restando in un ambito di revival è il disco uscito qualche mese fa di Nicole Willis & The Soul Investigators a titolo "Tortured Soul", dove il soul degli anni '60 si fondeva con il funk non disdegnando sonorità più elettroniche. Tornando agli "The Pepper Pots" una nota di merito va ascritto alle due voci soliste, belle e melodiche al punto giusto, ben accompagnate dagli strumentisti che focalizzano in maniera pertinente il sound della band. Si può dare di più, recitava una vecchia canzone, e vista la bravura che i ragazzi dimostrano mi auguro che la prossima prova sia un po' più grezza e meno smielata. 

Commenti

  1. bel pezzo, bel sound, grazie...hai nuovamente centrato il punto quando dici
    "Probabilmente il vostro recensore dopo anni passati ad ascoltare dischi più o meno buoni si aspetterebbe uno scatto in più da queste band che non sia soltanto una mera riproposizione di suoni già sentiti innumerevoli volte con l'aggravante che gli originali suonano certamente più credibili ma anche più "grezzi", nonostante l'alto grado di glucosio dello stile Motown"....
    forse sarò anche io assuefatto ma è quello che penso molte volte..
    ciao e grazie per gli ottimi post

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  2. Grazie Tony. I ragazzi hanno classe e stile da vendere, l'album in se è buono, ma come detto dopo dieci anni di album tutti molto simili, uno si aspetterebbe qualcosa di diverso. Ciao

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