HAMPTON HAWES: J.B.'s HEAD



Oggi ci occupiamo di un "santo" del jazz, Hampton Hawes, pianista forse oggi dimenticato, ma che è stato uno dei nomi di punta del jazz nel momento del passaggio dal be bop a forme più accattivanti come il sound così detto "west-coast", quello per intendersi che ebbe in jazzisti quali Stan Getz, Gerry Mulligan e Chet Baker i loro nomi di punta. Il brano di oggi è tratto da un album del 1972, "Universe", dove possiamo ascoltare Hampton avventurarsi nel mondo della fusione del jazz con i groove funk, suonare il piano elettrico, l'organo e il synth, insomma una ulteriore conferma dell'apertura mentale del nostro. Album non di facile ascolto, ma assolutamente da rivalutare e uno degli ultimi del nostro, sorprende ancora oggi per la ricerca creativa che Hawes, da vero jazzista, perseguì in quegli anni, scontrandosi con i fans di vecchia data che lo avrebbero preferito nella più rassicurante versione di jazzman classico. Hamton Hawes ci ha lasciati nel 1977, non così, spero, la sua musica. 

Commenti

  1. non molto ferragostano come pezzo, mi vedo bene ad ascoltarlo in una serata autunnale mentre guido.

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    1. vero, più adatto per altri climi, magari rompe un po' l'afa di questi giorni...poi fosse per me posterei bossa tutti i giorni, adesso, ma per il blog sarebbe troppo :)

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  2. per contro, il jazz, attraverso la grande quantità di concerti che si svolgono durante il periodo estivo, gode di un momento favorevole proprio in questa stagione

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  3. Ritmo molto metropolitano, comunque. Da ascoltare in cuffia, in quel preciso momento a cavallo fra il giorno e la notte, in cui in cittá si scambiano i ruoli...ma a me, H H, in realtá, piace sempre

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