CLASSICI: SHUGGIE OTIS, INSPIRATION INFORMATION


Di musicisti scraniati si sa il mondo del rock ne è pieno, ma anche chi si dilettava con altri suoni non era da meno; vi dicono niente le mattane di George Clinton, lo Sly Stone più acido oppure il misconosciuto Darondo, artista che in dirittura d'arrivo mollò tutto per andarsene a fare il pappa e il mercante d'arte? Anche Shuggie Otis, chitarrista, vibrafonista, batterista e compositore non è stato da meno: autore di soli quattro album in carriera, dal 1971 al 1974, smarrirà quasi il lume della ragione perdendosi dietro ad un progetto, "Inspiration, Information", che oltre ad essere stato il suo canto del cigno è diventato, con il passare degli anni, uno dei capolavori più misconosciuti del mondo della musica. Per fortuna che il nostro a 59 anni, tanti ne ha adesso, sembra aver deciso di rientrare tra noi umani avendo collaborato alla riedizione dell'album - la seconda, dopo quella curata nel 2001 da David Byrne - aggiungendo quattro brani precedentemente scartati, più un Cd , "Wings of Love" il titolo, di brani inediti realizzati tra il 1975 ed il 2000 che mai videro la luce. "Inspiration, Information" è, come dicono quelli che parlano bene, un disco "seminale", e divenne una vera e propria ossessione per il musicista che ci lavorò sopra per ben tre anni, a scapito della propria salute mentale.  Il tratto saliente dell'album è una continua elaborazione di sonorità funk minimaliste, ben giostrate dalla voce stentorea e sottotraccia del nostro, una drum-machine che marcia imperterrita per tutti i solchi, canzoni che paiono esplodere da un momento all'altro ma che restano abilmente tenute in riga da Otis, quasi a volerci tenere in un limbo incatenandoci nell'attesa del piacere. Molte le similitudini con quell'altro grande capolavoro della musica black, "There's A Riot Going On" di Sly Stone, non fosse altro nella modalità di lavoro e nell'utilizzo della drum-machine. In questo album ci sono vent'anni di anticipazioni sonore che potremo ascoltare poi con buona parte del movimento neo-lounge degli anni '90: gli High Llamas, ad esempio, si sono costruiti una carriera con queste sonorità,  ma vengono in mente anche gli Air, nonché dei paladini del nu-soul di oggi e scavando fino in fondo molte delle intuizioni qui presenti possono essere fonte primaria per suoni che devono essere ancora creati. 

Commenti

  1. Musicista interessante. La drum machine che si sente era uno dei primissimi modelli in commercio, utilizzata anche da Timmy Thomas in "Why can't we live together", prima dell'avvento delle giapponesi Roland TR che monopolizzarono un'intera era discografica

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  2. Il mio orecchio non è cosi raffinato da permettermi osservazioni precise e particolari come quelle di Mauri.
    Ti dico solo che, a passare di qua non c'è mai da pentirsi...anche oggi ho fatto una piacevole scoperta.
    Always grateful, Bro :-)

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    1. molto gentile, como siempre :-)

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Mauri, per cortesia, mi manderesti una mail, devo chiederti una cosa.

      irriverentescapade@gmail.com

      Grazie :-)

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