VERSO L'INFINITO.....


Già la copertina del disco evoca scenari cosmici da viaggi interstellari, l'ascolto del nuovo disco della band anglo-svedese degli "The Greg Foat Group" dal titolo "Girl and Robot with Flowers" vi scaraventerà verso le regioni più remote del cosmo. Alla seconda prova dopo l'acclamato "Dark is the Sun" del 2011, questo nuovo lavoro prosegue nell'esperienza jazz non convenzionale della band immettendo dosi massicce di psichedelia in salsa cinematica, spiccioli di prog, library, fusion, insomma se siete fedeli al credo buddista, questo gruppo è la reincarnazione del jazz contaminato che si ascoltava nei seventies, grande abilità strumentale unita al gusto per l'improvvisazione dentro le melodie. L'album si dipana come una immaginaria colonna sonora da film di fantascienza, non di quelli hollywoodiani però, bensì da film europei; al centro c'è il brano che da il titolo al disco diviso in sei parti, ognuno elaborato in stili musicali diversi, il secondo brano "Have Spacesuite With Travel", anch'esso diviso in due parti è una mini-suite elettronica sognante ed eterea, gli altri brani sono giocati in chiave più tradizionale mantenendo però quell'aura di straniamento onirico che pervade il disco.
Il climax forse si raggiunge nel brano "For a Breath I Tarry", piano e tromba uniti in un etereo abbraccio. Comunque basta con le parole, ascoltatelo e ditemi cosa ne pensate.

The Greg Foat Group - GIRL and ROBOT with FLOWERS - LP & CD - 12/03/2012 by Fryer_JazzmanRecords

Commenti

  1. ho ascoltato anche la splendida "For a Breath I Tarry", atmosfere davvero suggestive e raffinate. È un dato di fatto: un album con una bella copertina ospita (quasi sempre) anche della buona musica.

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    1. La riascolto spesso, è forse il più bel brano del disco, senza togliere niente agli altri. Per quanto riguarda le copertine, sono d'accordo :o)

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  2. ... e oltre!
    (Buzz Lightyear)

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  3. Bentornato jazz-rock! (e i suoi fratelli)
    Ascoltando la tua proposta musicale sento good vibration.
    Tra i ricordi più piacevoli: Perigeo, Soft Machine, Billy Cobham, Eumir Deodato e Napoli Centrale, che ebbi il piacere di sentire dal vivo.
    Riguardo le copertine, quello che dite è vero e ho visto che funziona anche con i libri.

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    1. Gli artisti che citi sono anche tra i miei preferiti: il primo album dei Napoli Centrale è un monumento alla musica che anno dopo anno fa capire quanto indispensabile sia stato il gruppo di James Senese.

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