IL RITORNO DEL GENIO


Non aspettatevi un'altro "The Nightfly", oppure un'altro "Aja" e nemmeno "Gaucho".  Il nuovo album solista, il quarto, di Donald Fagen, "Sunken Condos", non ha le stimmate del capolavoro, anche se ci si avvicina molto, ma non è neanche qualcosa da prendere, consumare e lasciare a candire dentro l'IPod. Dentro ci troverete tutte le intuizioni che hanno reso geniale l'arte di Fagen, se proprio dobbiamo trovare un riferimento a questi brani, va cercato negli album succitati degli Steely Dan e pure "Pretzel Logic", l'unico aggancio con "The Nightfly" è il brano "Miss Marlene", il più pop del gruppo, che riecheggia "IGY".
Sonorità dunque in chiave funk, a tal proposito c'è pure una bella cover di un brano di Isaac Hayes, "Out of  Ghetto", a ribadire le scelte portanti del disco. Un disco, è bene dirlo, che non ti arriva subito, necessita tempo e dedizione, io sono al quinto ascolto in due giorni per intendersi, e se escludiamo l'inarrivabile "The Nightfly", questo "Sunken Condos" è il migliore degli altri album solisti realizzati da Fagen, qui dentro ci sono gli Steely Dan più classici, sentite un po' come suonano le chitarre ed i fiati, ci sono i ritornelli che ti acchiappano ad ogni ascolto successivo, c'è eleganza, c'è stile, c'è gente che sa SUONARE come dio comanda. Se questo per voi non basta, beh, non sarò certo io a convincervi, però lasciatemi dire che Fagen non ha più niente da dimostrare a nessuno, e che a differenza di altri "vecchietti" bolliti, sa ancora come far suonare le corde giuste.
Piccola coda polemica: noto che in certi ambienti "critici", quel che viene applicato per Dylan o Van Morrison non vale per Fagen. Se per questi viene rimarcato che i loro dischi nuovi non saranno certo delle novità, ma comunque riescono a raccogliere il favore di molti, per Fagen viene tirato in ballo il solito leitmotiv che ha accompagnato la carriera degli Steely Dan; bravi musicisti, suonano bene, ma troppo perfetti e troppo "freddi". Beh, se vi accontentate di Gattuso, io mi prendo Beckenbauer tutta la vita.
P.S. Peccato che un critico come fu lo sfortunato Ernesto De Pascale non sia più fra noi, lui era uno dei pochi che è riuscito ad entrare nel cuore della musica di Fagen e degli Steely Dan e a parlarne con cognizione di causa.
Uscita ufficiale il 16 Ottobre

Commenti

  1. Fagen è sempre spanne, ma che dico spanne, spannoni sopra a chiunque nella musica pop.
    E' un'artista che travalica i generi, unico ed inimitabile, che sta al di sopra di tutto e ogni tanto ci "degna" di una produzione.
    Mi ricorda, non come stile ma come posizionamento "al piano di sopra", Randy Newman.

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    1. Giusto. Hai citato Randy Newman a ragione, se cerchiamo un'altro a livello di stile, in versione più marcatamente pop, mi viene in mente Daryl Hall, e credo che concorderai con me.

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    2. Inevitabilmente concordo io, che inoltre ho sempre visto gli Steely Dan come una versione "colta" e "intellettuale" di Hall & Oates, o viceversa H&O una versione popolare e commerciale degli SD. Le due formidabili coppie di musicisti americani hanno sempre catturato la mia passione, carriere soliste di Daryl e Donald incluse.

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  2. Sono d'accordo con tutti su quasi tutto.Grande Donald e grande anche Randy Newman.
    Anche l'accostamento calcistico è appropriato, anche se magari un milanista potrebbe scegliere Franco Baresi invece del Franz tedesco.
    Io cmq milanista non sono e vai di Beckenbauer...

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    1. Sai, ho citato i due calciatori giusto per portare un esempio, al posto di Kaiser Franz avrei potuto metterci Antognoni, ma sarei stato troppo "partigiano". ;o)

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  3. Dunque: molto bello, eh.
    Ritmiche funky.
    Atmosfere pop jazzate di classe (basta usare un piano elettrico e siamo subito lì)
    Strumentisti eccezionali.
    Parti strumentali perfette, arrangiamenti di gran gusto.

    Ma le idee?
    Non tante, basterebbe una.
    Una cosa che ti facesse dire “oilalà, senti che roba”.
    Come quando nel 1982 avevo ascoltato per la prima volta “The Nightfly”: era stato un mondo nuovo (una nuova frontiera, eheh) che si apriva ai miei ascolti.

    Invece il disco nuovo è di una banalità sconcertante.
    Scontato, senza neppure una piccola sorpresa (no, una c’è: il primo pezzo, “Slinky Thing”, ha un ritornello di una bruttezza imbarazzante)

    Non è l’estetica da piano-bar di un Billy Joel o del giustamente citato Randy Newman.
    Qui siamo al night-club.
    Io però nei night-club non ci sono mai andato.
    Preferivo i centri sociali...

    ps - A proposito di Randy Newman, all'epoca era tanto incensato dal Mucchio che avevo provato a comprare un suo disco.
    Una cosa di una bruttezza inaudita, per fortuna ho scordato anche il titolo.
    Ricordo che in copertina c'era lui con una camicia hawaiana su una decapottabile americana.

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    1. Tu non sei l'unico che ha ascoltato The Nightfly pensando che fosse un disco caduto dal pero, quando invece era un lavoro che era come la chiusura di un cerchio avviatosi con Can't Buy a Thrill e fermatosi a Gaucho. Per molti, quello che era avvenuto prima di The Nightfly era come se non fosse esisitito, mentre invece quel disco fu come un modo intelligente di aggiornare quei suoni, si parla di S-T-E-E-L-Y D-A-N, ma era talmente perfetto che spingersi oltre è quasi impossibile. Quello che ha fatto Fagen in questo album, come ho detto, basta leggere, è andare a ritrovare quei suoni che hanno fatto la storia degli Steely Dan e sinceramente definire l'arte di Fagen e C come band da Night club suona offensiva verso di loro e verso chi ne apprezza le gesta. Banalità sconcertanti questo disco? E dei soliti due accordi o tre che Fennesz e Sylvain ci propinano ad ogni disco, come definirli? Arte?
      Poi, cosa c'entrano i centri sociali? E' precluso l'ascolto di certi artisti? Spero di no, anche se non mi stupirei.
      P.s. L'album, notevole, di Randy Newman (anche se non è la mia "cup of tea") era Trouble in Paradise, del 1983. Io non l'ho scordato.

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    2. Harmonica, non ho mai dato dell'ignorante nè del fesso a nessuno.
      Ho solo sostenuto diverse volte che per dare un'interpretazione storica di un dato momento è necessario aspettare che quel momento sia passato.

      Fare a meno delle idee, ma certo.
      Ognuno è libero di fare quello che preferisce, anche di leggere i libri di Faletti e guardare i film dei Vanzina.
      Il bello della musica è che ci sono dentro così tante cose che ognuno può scegliere quelle che gli interessano e ricavarne godimento allo stesso modo di chi scegli3 cose completamente opposte.

      Cadere dal pero, boh.
      Mica sono nato imparato (al contrario, evidentemente, di te...?)
      A un certo punto della mia vita (limitiamoci alla musica, ma vale per tutte le cose) ho ascoltato per la prima volta un artista o un genere che prima non conoscevo.
      Poi di solito (se la cosa ti interessa) recuperi prodromi e postdromi, e contestualizzi.

      Ciò non toglie che "The Nightfly" sia uno dei vertici della storia Steely Dan/Donald Fagen, mentre l'ultimo disco mi sembra scarso anzichenò.
      Ma come al solito, sono opinioni.

      Non ho nemmeno definito "l'arte di Fagen e C come band da Night club".
      Ho detto che in questo ultimo disco trovo l'estetica del night-club.
      Perchè questo poi dovrebbe suonare offensivo, non capisco. Nel caso, domando scusa ma non so di che.

      I soliti due accordi o tre che Fennesz o Sylvian ci propinano, è una frase bellissima perchè non ha, davero, nessun significato.
      Cosa c'entri il numero o la qualità degli accordi con il fatto che non ti piacciano i dischi di Fennesz o Sylvian è un discreto mistero, oltre a testimoniare il fatto che quei dischi non li hai ascoltati.
      Va bene uguale, eh, ma in ogni caso cosa c'entrano qui? Non stavamo parlando dell'utlimo disco di Donald Fagen?

      E finisco chiedendoti per l'ennesima volta: ma si può solo discutere essendo d'accordo a prescindere o si può dire che una cosa ti piace o non ti piace, per il piacere di discutere di musica e basta?

      ps - Randy Newman, francamente: inascoltabile.

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    3. Partendo dal fondo, si può discutere di tutto, è quel che stiamo facendo mi pare, anche se poi alla fine ognuno rimane sulle proprie posizioni. Mancanza di idee, forse di idee nuove, ma contestualizzando il periodo, da certi artisti, compreso Fagen, non mi aspetto niente di più di quello che fanno, considerato quello che hanno fatto. Giusto, sbagliato, non lo so, solo che di personaggi che hanno dato una sterzata alla propria arte ce ne sono pochi, Walker, Sylvain, Hollis, certo è che una volta approdati su quei lidi hanno proseguito pedissequamente in quel modo, quindi, potremmo dire che anche loro una volta trovata una formula, le idee si sciolgono come neve al sole. Ammetto che di Fennesz conosco poco, ma quel poco che ho sentito mi sembra vada sempre nella stessa direzione, poi va beh, sono questione di gusti personali. Se ti sembra che in questo disco ci sia un'estetica da night club allora dovremmo dire lo stesso degli altri lavori degli steely-dan, io per estetica da night club potrei capire se citassi i dischi di kenny g o dei rippingtons, non credo che i frequentatori dei night club, come sono comunemente intesi, si strapperebbero i capelli dalla contentezza nell'ascoltare la musica e sopratutto i testi di fagen. Sylvain lo aprrezzavo quando suonava con i Japan, poi dopo i primi due album solisti, notevoli, mi pare che abbia creato un cliché che fa il paio con quello che tu pensi faccia fagen.
      ps Randy Newman ascoltabile, con giudizio.

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    4. Harmonica, due cose:
      1 - Sylvian, da quanto tempo non ascolti un suo disco?
      Gli ultimi tre (Dead bees on a cake del 1999, Blemish del 2003 e Manafon del 2009) sono quanto di più diverso tra loro possa esistere.
      Nessun pezzo di quei dischi potrebbere stare su un altro, tanto sono profondamente differenti a livello musicale.
      Lui è esattamente l'opposto dell'artista che crea un clichè e a quello pedessiquamente si attiene.
      Ti può piacere o meno, ma il suo approccio è non ha nulla a che vedere con quello di Fagen per l'ultimo disco.

      2 - estetica da nigh-club non nel senso di musica che effettivamente potrebbe essere suonata in un vero night-club, che immagino sia molto peggio (ma davvero, non ci sono mai stato e non ci tengo a provare l'esperienza) ma nel senso di musica sempre uguale a sè stessa, tanto formalmente perfetta quanto innocua e poco interessante per l'assoluta mancanza di idee originali.

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  4. Va bene, va bene mi tengo stretto the Nightfly....intanto seguo il dibattito (sempre interessante) ma da non integralista credo mi appresteró anche all'ascolto di questa nuova uscita. La qualitá c'è: se mancano nuove idee, me ne faró una ragione....e poi sono curiosa di sentire la cover di Hayes...

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    1. Vorrei sapere tra tutti gli artisti che hanno fatto la storia della musica, rock, soul, sperimentale e via dicendo, ma anche tra quelli attuali dove hanno messo le nuove idee, perché al momento mi sfugge, o forse, come dice l'ineffabile Allelimo, siamo troppo ignoranti per capirlo e dobbiamo aspettare 10 anni perchè arrivi qualcuno a dirci che dieci anni prima c'era una rivoluzione in corso nella musica e noi fessi non ce ne siamo accorti.
      Io se un disco è bello e suona bene, faccio a meno anche delle "idee nuove". Se poi ci sono tanto meglio, ma tu, onestamente, le vedi in giro?

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    2. Probabilmente mi sono male espressa.
      Io sono una povera ascoltatrice, pure parecchio ignorantella in materia. Ergo seguo attenta i dibattiti di coloro che di musica ne sanno mooooolto piú di me ma poi mi faccio guidare da quello che sento io. Quando dico che mi faró una ragione se in un disco non.ci sono nuove idee è perchè, se c'è la qualitá, io, da sempliciotta quale sono, mi "accontento" di quella: ovvero di ascoltare della buona musica.

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  5. Supercool! Ecco spiegato il motivo per cui Donald impiega anni per realizzare un nuovo album, aldilà della sua fama di ultra perfezionista. Sempre il suo sound, sempre il suo stile, non si può chiedere di meglio, una vera goduria. Senz'altro il più bel disco che ho ascoltato nel 2012. Great Mr.Harmo!

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    1. Fratello, sintetizzando, è quello che ho voluto dire, niente di più. Disco dell'anno anche per me, fino ad ora, ma sarà dura scalzarlo.
      Ciao Bro.

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  6. A sei anni di distanza da "Morph The Cat" è tornato con un nuovo album solista (il quarto) l'ineffabile Donald Fagen.

    Il co-leader degli Steely Dan pubblica "Sunken Condos" letteralmente "Condomini affondati".



    Gli estimatori del genio del New Jersey nutrono grandi aspettative per questo disco co-prodotto da Donald Fagen con il suo fido collaboratore Michael Leonhart.

    Otto nuovi brani composti da Fagen e la cover tiratissima di "Out Of The Ghetto" del Mosè nero Isaac Hayes.



    L'album sarà disponibile dal 16 ottobre prossimo in formato CD come di consueto, nella versione digitale, e per gli audiofili, anche su un vinile (doppio) 180 grammi.



    Il progetto è stato anticipato circa un mese fa dal primo singolo "I'm not the same without you"in cui Donald Fagen ci offre una storia di perseveranza e di amore trionfante dopo un fallimento.

    Non ci troviamo di fronte ad una banale e sdolcinata catarsi lirica e melodica.



    Fagen rimbalza sul pentagramma tra scanalature funk con morbidi accordi di pianoforte, riff di chitarra sensuali e sinuosi, e si spinge in avanti con un sorriso beffardo attraverso i tempi tristi che ogni separazione porta inevitabilmente con sè.

    Il narratore alla fine del brano non solo sopravvive al fallimento sentimentale ma addirittura si evolve rapidamente in qualcosa di "più che umano", almeno nella sua mente.

    La canzone si conclude con un assolo di armonica stupefacente affiancato da un fraseggio di ottoni da applausi interminabili.



    La copertina di "Sunken Condos" è una delle cose più cool viste negli ultimi anni, una specie di "Resort Atlantide" disegnata nelle profondità di un mare senza nome nè tempo.

    Gli episodi più riusciti dell'intero lavoro sono, oltre alla già citata "I'm not the same without you", "Slinky Thing" impreziosita da un groove serpeggiante su una compressa linea di basso acustico, "The New Breed" un mid tempo condito con un Prophet-5 synth con l'aggiunta di un pizzico di

    mellotron e "Miss Marlene" sensualissima ed avvolta nell'abituale ed inseparabile shuffle.



    Sunken Condos arriva dopo la famosa trilogia iniziata trent'anni fa nel 1982.

    The Nightfly si manifestò all'epoca come un miracolo musicale e culturale.

    Kamakiriad venuto alla luce nel 1993 era rassicurante e morbido come velluto, seta e cashmere.

    Morph The Cat del 2006 era ambiguo e scostante come un felino.

    Sunken Condos è sporco, atipico e non nasce dalla necessità di farsi piacere al primo ascolto.

    E' bluesy, è jazzy, è funky e tutto il contrario di queste cose.

    I detrattori del musicista newyorkese spesso lo accusano di essere patinato, rarefatto, plastiforme.

    Di certo Donald Fagen non avrà l'ematocrito di Bruce Springsteen e nemmeno il quadro proteico dei Red Hot and Chili Peppers.

    E non pretende di averli.

    Raffinatezza, eleganza e disciplina musicale sono inequivocabilmente il marchio di fabbrica inconfondibile di uno degli ultimi geni della scena musicale mondiale.



    Ecco la tracklist:



    "Slinky Thing"
    "I'm Not the Same Without You"
    "Memorabilia"
    "Weather in My Head"
    "The New Breed"
    "Out of the Ghetto" (Isaac Hayes)
    "Miss Marlene"
    "Good Stuff"
    "Planet D'Rhonda"

    Ecco gli straordinari gatti che hanno graffiato il vinile:



    JON HERINGTON

    FREDDIE WASHINGTON

    WALT WEISKOPF

    JIM PUGH

    ROGER ROSENBERG

    CAROLYN LEONHART

    ANTOINE SILVERMAN: VIOLIN

    CATHERINE RUSSELL

    CYNDY MIZELLE

    LARRY CAMPBELL, KURT ROSENWINKEL, GARY SIEGER: GUITAR

    WILL GALISON: HARMONICA & BASS HARMONICA

    JOE MARTIN, JAY LEONHART: ACOUSTIC BASS

    HARLAN POST, LINCOLN SCHLEIFER: ELECTRIC BASS

    CHARLIE PILLOW: TENOR SAX, BASS CLARINET

    JAMIE LEONHART: BACKGROUND VOX

    AARON HEICK: BASS FLUTE



    Rosario Francesco Saverio Cafiero

    (CASA CAFIERO: GOOD VIBES, DEEP GROOVES, PASTA SETARO E GRECO DI TUFO)

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    1. Immenso Cafiero: Grazie, davvero. Good vibes per te in secula seculorum!

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  7. allora, mi permetto di dire la mia, da recente (3-4 anni di ascolto assiduo e quotidiano di SD, tanto per recuperare il tempo perduto, eh?) e assoluto adoratore di Fagen (e Becker).
    Non siamo certo ai livelli di The Nightfly (é impossibile, dai!), ma la "good stuff" in questo disco c´é, eccome!
    La rtimica di Miss Marlene (che ricorda, ruffiana e puttanella!, la nostra adorata IGY), il bluesazzo di Weather in my head (mi sbaglio, o Donald avrebbe potuto chiamarlo qui il buon vecchio Mark Knopfler per un assolo dei suoi - anche a costo di estenuarlo - come successe 32 anni fa per "Time out of mind"? Questo pezzo - non inorridite, please! - potrebbe essere benissimo una traccia di Dire Straits o Communiqué). La cover di Out of the gehtto é bella e frizzante, il funk di Memorabilia idem e se Planet e The new breed non son episodi indimenticabili (ma devo ancora ascoltare a fondo, eh? Lo sappiamo tutti che una canzone di Fagen non la si apprezza fino in fondo se non dopo una cinquantina di ascolti...voglio dire troppa genialitá vi é rinchiusa dentro...), I´m not the same without you é il capolavoro assoluto dell´album! Sentirla la prima volta mi ha fatto piangere di commozione e di gioia: Dio mio Don, per te gli anni non passano mai! Che meraviglia quell´armonica che richiama la recente What I do, la ritmica che riecheggia Green flower street e quell´alone di nonsoche che fa tornare alla mente quella Kulee Baba, che i nostri due prodi svergognatamente hanno lasciato al loro destino, senza degnarsi di pubblicarla (come le varie Dallas, A little with sugar e tante altre sorelline perse per strada).
    Capolavoro, certo! Cosa ti vuoi aspettare da un Genio come Don? Mi son piaciuti i paragoni con Newman e con Hall and Oates (anche se il buon bravo Daryl dovrebbe mangiare tonnellate di fagiolini, prima di arrivare ai livelli del Nostro)
    Mi permetto di paragonare Donald a un altro grande Genio della musica; un genio che peró - ahinoi - si é fermato agli anni 70, commercializzandosi in modo vergognoso negli anni a venire. Parlo del signor William Martin Joel, per gli amici Billy.
    Ascoltare la sua Zanzibar (dal capolavoro assoluto 52nd street) per capire quanto "Steelydanismo" ci sia nell´anima del piccolo grande Piano Man! Il mio sogno é sentire Joel rifare My old school (e per uno che ha scritto My life sarebbe perfetta!) e Fagen e Becker rifare Zanzibar (o - perché no? - 52nd street, get it right the first time, ecc.)
    Poi...ho letto della diatriba....come al solito quando qualcuno "osa" parlare di accordi viene tacciato da ignorante! Pazzesco! Gli accordi sono i colori, le spezie della musica! Se volete aglio olio e peperoncino o un mondo con 4 colori, ascoltatevi pure sex pistols, ramones e mercanzia simile! Io mi tengo stretto Fagen e la gente come lui, gente che sa ARMONIZZARE! perché se giri eternamente intorno a 3-4 accordini secchi, due sono i casi: o non sai suonare o sei uno stronzo, perché non si puó ridurre il mondo a 4 colori!

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    1. Grazie anche a te Andrea per il contributo alla discussione. Su Billy Joel d'accordo. Fino a 52nd Street abbiamo potuto ascoltare degli album strepitosi davvero. Daryl è la versione "pop" di Fagen, se così si può dire, anche qui fino a Private Eyes ha fatto dei dischi ottimi, riprendendosi poi negli anni '90, dove è ritornato su livelli di eccellenza.
      Steely Dan e Fagen, non basta un ascolto distratto per apprezzarli, è vero; ci vuole costanza e perseveranza, poi si apre un mondo.
      Ciao

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    2. ebbé straquoto, caro Harmonica!
      Mi chiedo sempre perché Billy si sia lasciato andare a episodi indegni tipo uptown girl o a matter of trust (una figona come la Christie meritava ben altro!)
      Certo non é che tutto il suo materiale anni 80 - 90 sia da buttare, tutt´altro! Le varie All for Leyna, Surprises, For the longest time , Running on ice, Leningrad (divina, é stata la scintilla che mi ha fatto nascere la passione!) e All about soul (tanto per citarne alcune...) sono sempre chiari esempi di genio musicale!
      Peró io mi tengo strette la ballata di Billy il Kid, Il Giovane uomo arrabbiato, la Miami dell´anno 2017, le Scene dal ristorante italiano e tutta la 52eisima strada!
      Rimango con un sogno, grande, enorme: che Billy, Don e Walt si mettano PER UNA VOLTA SOLA a suonare insieme! Sarebbe meraviglioso!

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    3. Per quanto riguarda i nostri poveri Condomini affondati, sono arrivato al decimo ascolto e sono giunto a una conclusione abbastanza logica: la signora Marlene dev´essere una figona di dimensioni stratosferiche per ispirare un C*A*P*O*L*A*V*O*R*O* simile!
      Dio santo, Donald, MA COME CAZZO FAI? Quest´uomo ha le stimmate del genio, dev´essere un alieno sbarcato dalla Galassia della Genialitá a insegnare la musicaq a noi poveri mortali, oppure é un Dio, non trovo altre spiegazioni!
      Una cosa é sicura: il Signor Donald Jay Fagen É IL + GRANDE MUSICISTA DI TUTTI I TEMPI E NON ACCETTO DISCUSSIONI! :-)

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  8. detto questo, mi sembra che sylvain non metta solo due - tre accordi nelle sue canzoni...
    é un ottimo artista, dai!

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    1. Bah, non mi ha mai convinto del tutto, lo trovo blasé , anche troppo.

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    2. non so, dovrei sentirlo meglio, peró Red Guitar é bella davvero, dai!

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